Dopo che all’Ultima Spiaggia nello scorso settembre e quest’anno nel giorno del santo patrono, abbiamo affrontato le vicende della storia di San Marco Evangelista, diverse persone mi hanno chiesto di scrivere qualcosa, e così ecco la prima puntata!
Una tradizione antichissima che arriva fino ai primi secoli del cristianesimo ed anche le più antiche fonti scritte, sono tutte concordi nell’attribuire a Marco quello che, nell’ordine dei libri biblici, è il secondo Vangelo.
Nel testo del Vangelo non è citato il nome dell’autore, forse le prime comunità cristiane non avevano bisogno che venisse affermato il nome di uno che tutti conoscevano.
In realtà, nel Nuovo Testamento questo discepolo è indicato numerose volte ed è chiamato con il nome di Marco (At 15,39; Col 4,10; Fil 24; 2Tm 4,11; 1Pt 5,13), oppure Giovanni-Marco (At 12,12; 12,25; 15,37), o anche solo Giovanni (At 13,5; 13,13). Questo vuol dire che il suo nome ebraico era Giovanni e il suo sopranome greco era Marco.
Sempre nel libro degli Atti si racconta che, dopo l’uccisione dell’apostolo Giacomo, era stato arrestato anche Pietro e che tutta la comunità pregava mentre Pietro era in carcere. Dopo la liberazione miracolosa, Pietro «si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni, detto Marco, dove erano riuniti e pregavano» (At 12,12).
Così sappiamo che Marco era un ragazzo di Gerusalemme, che sua mamma si chiamava Maria e che la loro casa era punto di ritrovo dei discepoli di Gesù. Secondo diversi autori questa casa può essere collegata al luogo chiamato dalla tradizione “Cenacolo” e utilizzato da Gesù e dai discepoli prima e dopo la Resurrezione. Siamo nella parte alta della città di Gerusalemme, nel quartiere di Sion, che poi sarà abitato in buona parte dai cristiani.
Marco poteva avere poco più di una decina d’anni ed era sicuramente molto legato all’apostolo Pietro, tanto che, diversi anni dopo, lo stesso Pietro, nella sua prima lettera, lo chiamerà «Marco, figlio mio» (1Pt 5,13), sottolineando un legame di paternità nella fede e forse anche nel battesimo.
Ma secondo diversi autori ci potrebbe essere un’altra citazione che riguarda il ragazzo Marco all’interno del suo stesso Vangelo.
Dopo l’arresto di Gesù al Getsèmani e la fuga dei discepoli, nel testo è aggiunta una strana notizia: « … tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo» (Mc 14, 50-52). Diversi hanno identificato questo ragazzo con Marco.
E’ verosimile, altrimenti non si capirebbe perché una notizia, apparentemente insignificante, sia stata inserita in questo punto.
Se è così, usiamo la nostra immaginazione per cercare di ricostruire cosa è successo: il ragazzo Marco, dai discorsi ascoltati a casa sua (il Cenacolo?) aveva intuito che stava accadendo qualcosa di assolutamente importante e grave. Forse aveva anche chiesto di seguire quegli uomini che lo affascinavano ma probabilmente glielo avranno proibito. Forse è così uscito di casa di nascosto con solo un lenzuolo addosso e invece di essere a dormire stava seguendo i Gesù e i discepoli.
Così ha visto l’arresto di Gesù e magari potremmo anche dire che Gesù non era solo a vegliare con i discepoli addormentati, c’era un ragazzo che nascostamente seguiva tutto!
E quando le guardie hanno cercato di prenderlo ha avuto anche la prontezza e l’agilità di scappare lasciandoli … con un lenzuolo in mano!
Un bel tipo questo ragazzo!
don Carlo Gervasi
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