CENTENARIO 1917 – 2017
COME NANI SULLE SPALLE DEI GIGANTI (2)
Don Davide Floreani era tenente cappellano militare, nel 1921 fu nominato cavaliere e nel 1924 ebbe la Croce di guerra. Ma questa è solo la facciata. Dopo la liberazione c’era stato il disprezzo ufficiale per tutti quelli che erano rimasti a Udine e non erano scappati dopo Caporetto. Furono considerati traditori, ladri, amici dei tedeschi.
Don Davide scrive al fratello Angelo il 25 ottobre 1919: «Venuta la liberazione io ebbi solo accuse e insinuazioni. Furono duemila i soldati e gli ufficiali salvati da me solo con un lavoro da pazzo per rubare viveri, uccidere animali, fasciare, confessare, seppellire, in un mare di immondizie … Infine fui a Chiavris per assistere quella povera gente ed organizzare cinque classi di scuola. Quei soldati scrissero per me un immenso numero di lettere proponendo la medaglia d’oro; io intanto chiedevo il mio sacrosanto stipendio (che non ricevette mai)».
Addirittura il tenente Floreani fu denunciato per diserzione e dovette sottostare al tribunale di guerra. Nel febbraio 1919 lasciò definitivamente l’esercito.
Ricevuta la nomina di parroco di Chiavris si mise subito in azione.
La guerra aveva lasciato strascichi paurosi: morti, disperati, immoralità,odii, ateismo.
Don Davide, primo in tutto il Friuli, indisse una missione «per aggiustare un po’ le teste, tutte più o meno matte» attraverso una lettera circolare inviata a tutte le categorie di parrocchiani.
Interessante in questa lettera l’invito ai “lontani”: «Dissenzienti! Io vi rispetto e vi amo. Per questo ho l’obbligo di avvertirvi che, mentre vi vedo mostrare una tremenda sicurezza sulle vostre negazioni, neanche uno dei vostri più distinti maestri ha potuto vivere senza essere lacerato dal dubbio …»
Ma l’esperienza militare non era cancellata.
Scrive la signora Lina «Don Davide è pieno di lavoro: sta scrivendo centinaia di lettere a tutte le famiglie dei poveri morti dell’ospedale militare …»
Il nuovo parroco lavorò alacremente ad abbellire la chiesa e poi istituì la Pia Unione delle Madri Cristiane e poi le Figlie del Sacro Cuore di Gesù, il Circolo dei Giovani.
La sig. Lina racconta «Mi hanno fatto teatro in cucina! Ho disponibile soltanto il secchiaio ed il fornello … Mi diverto un mondo, sono cose nuove per me. Don Davide insegna a recitare commedie e farse … poi alla domenica dopo i Vesperi, c’è il grande spettacolo».
«Invece in chiesa è la calma perfetta: prega così bene che si deve pregare bene anche noi».
«Qualche volta, alla sera, dopo finiti i lavori, suono il pianoforte e don Davide ascolta volentieri. Abbiamo anche molti spartiti d’opere: io suono e lui canta».
1922, campane nuove.
1924, collabora a far sorgere il collegio delle Gianelline e l’asilo.
1925, in onore dei caduti, l’organo e le lapidi commemorative.
1927, si inaugura una saletta parrocchiale in una casa privata.
Era in azione senza sosta.
Ma la nota dominante della vita di questo prete di Dio è stata la carità: sostenne l’apertura dell’asilo notturno per bambini poveri e abbandonati e fondò nel 1922, un istituto per i sordomuti friulani, senza avere a disposizione un soldo.
Si umiliava, chiedeva, si privava di tutto quello che aveva per aiutare i suoi ragazzi.
Scrive mons. Tommaso Bizzarro: «Ammirai l’elevato spirito di sacrificio e di carità con i quali sostenne l’opera in mezzo a difficoltà da sgomentare e far perdere la pace a chiunque non avesse il suo spirito».
Ecco perché in canonica gira ancora una foto di don Davide con i sordomuti!
don Carlo Gervasi
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