Ordinato sacerdote don Nicola Zignin
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Di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo.
Cari Fratelli e Sorelle,
siete giunti numerosi da tante comunità della nostra diocesi, spinti dal desiderio interiore di partecipare di persona all’ordinazione sacerdotale dei nostri sei giovani diaconi. Siete venuti per vivere un momento di grande fede. Rinnoviamo, allora, la nostra fede perché solo alla luce di questa virtù possiamo capire veramente le parole, i riti, i gesti nei quali saremo tutti coinvolti.
Può aiutarci nella nostra fede l’esempio di San Giovanni Battista di cui, in questa Santa Messa, celebriamo la festa della nascita e sotto la cui protezione mettiamo i sei nuovi presbiteri.
Giovanni ci indica chi è stato il Protagonista primo di tutta la sua vita: «Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia mare ha pronunziato il mio nome».
Care mamme di don Alberto, don Michele, don Nicola, don Paolo, don Michele – e anche la mamma di don Francesco che dal cielo è in comunione con suo figlio e con noi – così è successo anche a voi. Anni fa, con il vostro sposo, avete desiderato un figlio, come lo desideravano tanto Elisabetta e Zaccaria, e vi siete ritrovate il figlio sbocciato nel segreto del vostro grembo. Voi non potevate ancora vederlo, ma Dio lo vedeva e aveva già «pronunciato il suo nome»; aveva già pronunciato la sua vocazione, lo scopo per il quale ve lo aveva donato e lo aveva chiamato all’esistenza.
Cari don Alberto, don Michele, don Nicola, don Paolo, don Michele e don Francesco, se oggi siete qui a domandare di essere consacrati presbiteri della Chiesa, è perché Dio Padre, quando vi «tessuti nel grembo di vostra madre», ha pronunciando il vostro nome con un amore di predilezione e vi ha chiamati ad una vocazione santa che riempisse tutta la vostra vita.
Con gli occhi della fede, voi toccate ora con mano – e noi con voi – la presenza e l’azione del Protagonista primo della vostra vita e potete dire, con le parole del salmo, «hai fatto di me una meraviglia stupenda».
Allora, dal cuore vostro e di tutti noi non può che sgorgare un canto di lode e ringraziamento, come salì dal cuore di Zaccaria: «Benedetto il Signore, il Dio d’Israele perché ha ancora visitato e redento il suo popolo, la sua Chiesa di Udine».
Il nostro grazie abbraccia anche voi e i vostri genitori perché vi siete affidati alla Volontà di Dio Padre senza spaventarvi o chiudervi nei vostri progetti. Avete ascoltato lo Spirito Santo che parlava in voi e vi convinceva a seguire Gesù sulla strada su cui lui voleva portarvi, la strada del sacerdozio diocesano.
Fin dal grembo della vostra mamma il Signore ha pronunziato il vostro nome. Ma quale nome? Risponde ancora Giovanni Battista: «Ora ha parlato il Signore che mi ha plasmato come suo servo dal seno materno». Ecco il vostro nome che mai dovrete dimenticare: «servo», servo del Signore e servo dei fratelli. Tra poco, grazie all’imposizione delle mani del vescovo sul vostro capo e la preghiera di consacrazione, scenderà su di voi lo Spirito Santo che plasmerà in voi l’immagine di Cristo servo il quale, animato da infinita Compassione per noi poveri uomini, si è spogliato di tutto fino a donare il suo Corpo e Sangue sulla croce.
A chi lo interrogava Giovanni Battista rispondeva: «Io non solo quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno al quale non sono degno di slacciare i sandali».
Quando troverete chi vuol dare importanza alla vostra persona o a quello che sapete fare, rispondete sempre: «Sono servo di uno a cui non sono degno di slacciare i sandali». Questa onesta umiltà si rinnovi in voi ogni volta che predicherete ai vostri fratelli il Vangelo di Gesù sapendo che voi per primo dovete convertirvi a quella Parola; ogni volta che, peccatori come il fratello che avete davanti, alzerete su di lui la mano per donargli il perdono di Cristo; ogni volta che attraverso di voi Gesù continuerà a donare il suo vero Corpo e Sangue come cibo per gli affamati di vita eterna.
«Servo di Cristo e dei fratelli nella Chiesa» sarà il nome che Dio Padre pronuncerà tra poco su ognuno di voi sei, riempiendovi di Spirito Santo. Di questi servi abbiamo bisogno, sempre pronti a portare il cuore di Gesù e la speranza del Vangelo a chi è affaticato e oppresso dentro le vicende della vita.
Giovanni Battista, nella cui festa venite ordinati presbiteri, vi resti come grande esempio e interceda per voi. La Vergine Maria vi accompagni, come Madre ogni giorno del vostro ministero.
Ed ora, con questo sguardo di fede, entriamo tutti nei riti dell’ordinazione sacerdotale.
+ Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine
fonte: diocesiudine.it
Domenica 24 giugno in Cattedrale a Udine l’arcivescovo ha ordinato sei nuovi sacerdoti.
Tra loro c’è Nicola Zignin, ha 34 anni, è di Campomolle (una frazione di Rivignano-Teor) ed è laureato in giurisprudenza.
La sua vocazione è nata in età adulta. Per un periodo si era anche allontanato dalla Chiesa, ci ha raccontato, perché voleva vivere libero da impegni o imposizioni.
Una scelta che ben presto ha capito essere sbagliata e così è tornato a frequentare la parrocchia.
Quando ha rivelato la decisione alla famiglia è stato sostenuto a metà. La madre se l’aspettava, il padre e la nonna no, erano dubbiosi e perplessi.
“Ma è andata bene così – ci ha raccontato Nicola – perché la vocazione deve sempre essere messa alla prova per capire se è vera”.
In futuro vorrebbe essere un sacerdote che sa ascoltare e la prima messa la celebrerà nel duomo di Rivignano, domenica 1 luglio alle 18.
La sua storia ai microfoni di Radio Spazio si può ascoltare cliccando il link qui sotto.
https://www.dropbox.com/s/73nl0nshbsgecgw/don%20nicola%202.mp3?dl=0
Fonte: Radio Spazio
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