La prima Lettera Pastorale del nostro arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato, dal titolo “Ascolta, figlio, le mie parole”, ha una intenzione chiara segnalata dal sottotitolo: per essere una Chiesa guidata dalla Parola di Dio.
Nell’introduzione l’arcivescovo racconta come ha sentito su di sé, nel suo primo anno di pastore nella nostra arcidiocesi l’invito del Signore: “Prima di tutto, ascolta! Ascolta che cosa il mio Spirito sta dicendo alla Chiesa di Udine”.
Ha poi scritto, riferendosi alla storia e alla situazione della nostra terra: “Il protagonista primo di questa storia è Gesù che, con la potenza del suo Spirito, non si è stancato di amare e guidare la sua Chiesa.
Sarò un buon Pastore se saprò capire i segni della presenza di Gesù e ascoltare ciò che il suo Spirito ci dice in questo tempo (…) per questo ho deciso di dedicare la mia prima lettere pastorale all’ascolto della Parola di Dio invitando tutti a un rinnovato impegno personale e comunitario di accoglienza e meditazione della Sacra Scrittura”.
Io continuo ad accogliere questo invito dell’arcivescovo sottolineando qui alcune cose. …
Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica aveva affermato che “la prima via della Chiesa è l’uomo” e il nostro arcivescovo scrive che “Per trasmettere la fede cristiana la Chiesa deve saper ascoltare l’uomo e le sue esperienze di vita (…) Da esse emergono le domande sul senso della vita che aspettano risposte dal Vangelo”.
Nella Sacra Scrittura è contenuta la risposta che ogni uomo cerca perché, come dice l’arcivescovo, “Quanto è scritto nella Bibbia è l’autentico pensiero di Gesù perché è garantito dal suo Spirito Santo. E’ la Parola di Dio Padre che Gesù ci ha portato e che la Chiesa conserva dentro le parole umane della Sacra Scrittura, ispirate dallo Spirito Santo.
Essa è Parola di Dio e non parola di uomini”. La Sacra Scrittura è per noi irrinunciabile, è una delle fonti della Rivelazione, guida della nostra vita. Eppure il cristianesimo non è una “religione del libro” come l’ebraismo e l’islam, perché se la Sacra Scrittura restasse senza l’esperienza della fede e senza la guida del Magistero, resterebbe solo un libro di sapienza umana.
Per questo quando parliamo di Parola di Dio non dobbiamo mai dimenticare che, come dice l’arcivescovo, “Gesù è la Parola di Dio che si svela a chi ha fede”: la Parola di Dio non può mai essere ridotta a un libro! Lo scorso anno il papa ha raccolto nell’esortazione apostolica “Verbum Domini” i suggerimenti e le indicazioni venute dal Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio e ha voluto “indicare alcune linee fondamentali per una riscoperta, nella vita della Chiesa, della divina Parola”.
Egli ha approfondito i risultati del Sinodo facendo riferimento costante al Prologo del Vangelo di Giovanni “nel quale ci è comunicato il fondamento della nostra vita: il Verbo, che dal principio è presso Dio, si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi di tutta la fede cristiana.
Dall’esperienza personale di incontro e di sequela di Cristo, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la Sapienza di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale”.
Sono certo che leggere la Sacra Scrittura con la coscienza che è Gesù la Parola di Dio diventata carne, ci permette di riscoprire sempre la novità e la bellezza dell’annuncio del Vangelo, anzi, che è questo l’unico modo per leggere da cristiani il testo sacro.
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