Cinquanta anni fa, l’11 ottobre 1962, con una processione mai vista prima, composta da oltre tremila cardinali, vescovi e uomini di chiesa di ogni parte del mondo, si riuniva nella basilica di san Pietro a Roma, per iniziare i suoi lavori, il Concilio Ecumenico Vaticano II che sarebbe poi andato avanti fino al 1965.
Un momento fondamentale della storia e della vita della Chiesa.
Un avvenimento carico di attese, vissuto con grande speranza e comunione, e portatore di novità per tutti.
La Chiesa si interrogava sul suo compito, sulla sua natura, sui suoi rapporti con la modernità, sui contenuti fondamentali della fede, sulla missione, sul dialogo, sulla situazione del mondo contemporaneo.
Era allora papa Giovanni XXIII che la gente chiamò poi “il papa buono”. Dopo la sua morte il Concilio sarà portato avanti da papa Paolo VI. Due grandi pastori, uomini di grande fede e guide sicure del popolo di Dio. …
20 anni fa, a 30 anni dal Concilio, l’11 ottobre 1992, dopo un lungo e laborioso lavoro che aveva coinvolto le diocesi di tutta la Chiesa, vedeva la luce uno dei frutti maturi del Concilio: il “Catechismo della Chiesa Cattolica” che raccoglieva, in forma accessibile a tutte le persone adulte, i contenuti della fede cattolica riaffermata al Concilio.
E’ un volume ricchissimo che espone la fede con ordine sistematico e con un abbondante indice tematico che ne facilita l’utilizzo.
Questo volume è sconosciuto a tantissimi cristiani: per questo sarà disponibile nella nostra parrocchia per tutti coloro che vogliono averlo a casa.
Così l’11 ottobre di quest’anno, giorno di questi due grandi anniversari, è iniziato l’Anno della Fede indetto dal papa Benedetto XVI.
Il papa poteva pensare ad altri modi per ricordare degnamente questi due eventi cruciali della storia della Chiesa, ha invece ritenuto fondamentale segnalare a tutti noi che ormai la questione fondamentale per ogni uomo è la fede in Gesù Cristo morto e risorto, unico Salvatore e che anche gli stessi cristiani corrono il rischio di non sapere più cos’è la fede o comunque corrono il rischio di ridurla solo a principi morali o a una devozione o a un impegno sociale o a una strana spiritualità.
Il nostro arcivescovo ha appena scritto una lettera per tutti noi, suoi fedeli, in occasione dell’anno della fede per “un forte impegno per l’educazione cristiana”.
Tra l’altro dice: “Lo Spirito Santo aiuti tutti a misurarsi con le domande fondamentali: cosa significa credere in Gesù a duemila anni dalla sua morte e risurrezione? In quali occasioni e forme è possibile incontrarlo oggi?
Quali sono i passi per maturare nell’esperienza della fede cristiana? Perché Lui e solo Lui è la Speranza e la Salvezza per noi uomini peccatori? Facciamo nostre queste domande, certi che con l’aiuto del Signore sapremo aiutarci durante quest’anno a camminare con passi utili e costruttivi.
Anche le molte iniziative (a Roma, nella nostra Diocesi e nella nostra Parrocchia) speriamo possano essere di grande aiuto per tutti e imitando l’apostolo Pietro preghiamo chiedendo: “Signore aumenta la nostra fede”.
don Carlo Gervasi
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