Come vedete e sentite, è successa una cosa per me inspiegabile: papa Francesco piace a tutti.
Nei dialoghi di questi mesi ho ascoltato persone distantissime dalla Chiesa che hanno manifestato il loro apprezzamento per papa Francesco.
Io, in quello che sta accadendo, vedo una grande opera della Grazia di Dio.
Questa “situazione favorevole” è una occasione da non perdere sia personalmente, per ognuno, sia per l’intera comunità.
Se le parole e i gesti di papa Francesco ci rendono più semplice, più comprensibile o più credibile la Chiesa e il Cristianesimo, allora dovrebbe essere più facile per noi tornare a dire di sì a Gesù con più decisione, con una fede più convinta. Ognuno di noi ha a disposizione “gratis” due grandi aiuti per un rinnovato cammino di fede: la testimonianza di tanti che già lo fanno e la preghiera alla quale ognuno di noi è stato invitato dal papa.
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Il 7 settembre il papa ha chiesto una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria e si sono messe in moto persone di buona volontà in tutto il mondo.
In diverse moschee si è pregato insieme con il papa.
Continuiamo a farlo nelle nostre famiglie: non possiamo non pregare per le persone che subiscono violenza, per i tantissimi cristiani perseguitati, per chi è solo e abbandonato, per chi è in necessità.
Pregare è il primo modo di fare, agire, del cristiano, poi assieme al pregare deve venire anche il resto.
Papa Francesco ci ha colpito con tante parole e gesti che invitano a non cedere all’idolo della ricchezza, a vivere con povertà e ad aiutare i poveri.
Ha richiamato l’intera Chiesa ad essere così ed allo stesso tempo ha affermato diverse volte che non possiamo essere una organizzazione assistenziale: è ben di più quello che dobbiamo vivere e dare!
Con la lettera che ha scritto a Scalfari ci ha mostrato che val la pena non aver timore di qualsiasi iniziativa o dialogo che possa costruire e ci ha anche fatto vedere un modo di dare ragione della propria fede non attraverso discorsi intellettuali ma raccontandone l’esperienza.
E l’enciclica sulla fede? Appena potete leggetela, abbiamo tutti bisogno di imparare. Al numero 24 dice: «L’uomo ha bisogno di conoscenza, ha bisogno di verità, perché senza di essa non si sostiene, non va avanti. La fede senza verità, non salva, non rende sicuri i nostri passi. Resta una bella fiaba … Oppure si riduce a un bel sentimento, che consola e riscalda, ma resta soggetto al mutarsi del nostro animo… incapace di sorreggere un cammino».
Siamo cristiani perché abbiamo riconosciuto in Gesù la bellezza e la verità della vita.
Buon lavoro a tutti.
don Carlo Gervasi
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