Messaggio dell’Arcivescovo di Udine per la Pasqua 2025

Carissimi sorelle e fratelli in Cristo,

abbiamo iniziato l’anno giubilare incoraggiati dall’invito di Papa Francesco a guardare a Gesù Cristo «speranza che non delude» (Rom 5,5) perché, come scrive San Paolo, «Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi» (1Ts 5,9-10).

In questa Settimana Santa la liturgia ci offre tante occasioni per guardare a Gesù Cristo, colui che porta a compimento la volontà di salvezza del Padre. Parole, silenzi, sguardi, gesti di Amore: dal Suo ingresso messianico a Gerusalemme al permettere a Maria, nella casa di Betania, di ungere i suoi piedi con una libbra di olio profumato di vero nardo; dalla lavanda dei piedi dei suoi discepoli alla consegna del Suo Corpo e del Suo Sangue ai discepoli nel Cenacolo; dall’arresto, le violenze e gli abusi subiti nel corso del processo fino alla Crocifissione e alla Morte.

«Ecco l’Uomo! Ecco il vostro Re!» dirà Ponzio Pilato consegnandolo alle folle al termine di un processo-farsa: un paradosso assurdo e inaccettabile per ogni umana ragione. Ma è sempre San Paolo a ricordarci che «Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2,6-11).

È solo alla luce della gloriosa Risurrezione che segue alla Passione e Morte, che possiamo guardare a Gesù Cristo come al nostro Salvatore e alla nostra Speranza! È solo alla luce della Risurrezione che possiamo guardare anche noi alla nostra umanità, segnata da tante sofferenze, direttamente o indirettamente frutto della violenza personale, delle guerre materiali e finanziarie, dei disastri ambientali, delle migrazioni, del disagio giovanile, delle crisi familiari e della solitudine degli anziani. È a questa umanità sofferente che il Figlio di Dio guarda oggi con la stessa compassione e misericordia con cui guardò le donne di Gerusalemme che piangevano sulla via dolorosa, Pietro che pianse amaramente dopo averlo rinnegato, Giovanni rimasto accanto a Sua madre sotto la Croce, il ladrone pentito che gli chiedeva di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo Regno, i discepoli impauriti e nascosti nel Cenacolo la sera di Pasqua.

Il Signore Risorto doni a tutti noi la salvezza e, avendoci chiamato a essere suoi discepoli e testimoni, di continuare il pellegrinaggio terreno, animati dalla Speranza della vita eterna che non delude perché fondata nella Sua Risurrezione dai morti e ravvivata continuamente dallo Spirito, che dal giorno del nostro Battesimo abita in noi.

Buona Santa Pasqua!

+ Riccardo Lamba
Arcivescovo di Udine

fonte: www.diocesiudine.it

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